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Full text of "Esposizione anatomica delle parti relative all'encefalo degli uccelli... Trattato quinto. De' nervi, che escono dalla cavità del cranio degli uccelli"

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ESVOSIZIOKE ANATOMICA 

DELLE PARTI RELATIVE ALL’ENCEFALO 
DEGLI UCCELLI 

TRATTATO QUINTO 

Dlt’ NERVI, CHE ESCONO DALLA CAVITAI DEL CRANIO 
DEGLI UCCELLI 

Del Sig. Vincenzo Malacarne 
A l Chiariffimo Sig. Michele Girardi. 

A Bbenchè i nervi, che efcono dalla baie dell’ encefalo 
degli animali * in generale fi pollano diftinguere per 
li divedi caratteri loro* alcuni effendo molli , altri duri ; al¬ 
cuni nafcendo dalla faccia inferiore del cerebro, altri da re¬ 
gioni del medefimo affai dittanti dalla faccia fuddetta ; non 
pochi ufcendo dalla Portanza cerebrale divilì come in tante 
radici , le quali riduconli pofcia tutte in un tronco folo pri¬ 
ma d’abbandonare l’encefalo, altri fpiccandofene dalla Portan¬ 
za già ridotti in tronco , ed ora dividendofi , ora no in rami 
prima d’infinuarfi nelle aperture del cranio deftinate alla ló¬ 
ro uPcita ecc. ecc. ; tuttavia mi permetterete , Signore, ed 
Amico mio. gentiliflimo, che nella enumerazione di quelli, 
che ePcono dal cerebro degli uccelli, e nella dePcrizione del 
corPo, e delle prime diramazioni loro, io tenga l’ordine Per- 
bato nella quarta parte della Encefalotomia umana , che è 
appunto quello , Pecondo il quale dalla natura vengono pre- 
Pentati all’occhio dell’Anatomico. Sicché gli conlidereremo 
infieme giufta la difpofizion naturale, che hanno nell’ ence¬ 
falo di quèfti animali. 

Il trattato prefente Parà divifo in tanti capitoli quante 
paja di nervi troveremo naturalmente diftinte Ppiccarfi dal 
cerebro degli uccelli, e vi uniremo quelle notizie anatomi- 


iy n TTpmp m| mr jr n r| i n i |r i ri [ i ui| i m | n 

2 3 4 5 6 


Esposizione sull’encefalo degli uccelli. 107 
che, delle quali verremo iftrutti dall’attento efame degli or¬ 
gani de’ fenii in ifpecie. Nè avrete da rimproverarmi amò* 
rofamente eh’ io abbia nafeofto agli occhi de’ cortefi nollri 
Leggitori le oiTervazioni di que’ benemeriti della Zootomia , 
e della Storia Naturale, che prima di noi avranno pubbli¬ 
cato alcune verità anatomiche intorno a quelle parti, malfi- 
mamente delle mie guide Willifio , ed Alierò. 

Se per avventura non citali! altri, da’quali fono flati 
trattati quelli argomenti meglio, che non ho fatto io, que¬ 
llo accaderebbe unicamente per elfermene ignoto e il nome, 
e le opere, con T analili delle quali ( fe le polfedelfi ) ar¬ 
ricchirei di buonilfima voglia quello mio lavoro. Privo de’ 
quali tefori ben comprendo, eh’ è per riufeirmì fqualtido e 
ingombro d’elfenzialiffimi difetti: con tutto ciò ardifeo di 
luflngarmi d’ elfere per ottenere e da Voi, e dal Pubblico 
magnanimo, compatimento tanto più grazìofo, quanto minor 
è il numero, maggiore il prezzo, e difficile per me in quell’ 
angolo dell’alto Monferrato l’acquiflo delle opere conofciute 
intorno a quella materia,nè il Willis,n'e l’ Alierò illeflì aven¬ 
done pubblicato tanto che balli a tenermi luogo di filo per 
quello microfcopico intricatilfimo labirinto. 

Continuerò a fervirmì come di punto d’ appoggio del 
cerebro delle Oche , e delle. Anitre , per isvilupparne l’origi¬ 
ne de’nervi, come volatili più comuni, e tali, che nell’en¬ 
cefalo loro hanno parti per la groffezza loro piti atte a colpir 
l’occhio degli Anatomici, alla ricerca di quelli organi altro¬ 
ve che nel cadavere degli uomini, e de’ grolfi quadrupedi, 
non ancor bene avvezzi. Ciò tuttavia non dilloglierammi 
dall’accennare, come ho fatto fin ora, quelle varietà, quelle 
particolarità , che nell’ encefalo d’ altri uccelli mi fovverrà 
d’avere oflèrvato, e dal confelfare ingenuamente di non aver 
faputo difeernere ciò, che altri di me più chiaro veggente, 
e più fortunato avrà già deferitto, o potrà nell’avvenire 
defcrivere, non elfendo io nel trattato prefente per favellare 
eccetto 

1. De’nervi Olfattori , e degli organi dellinati negli uc¬ 
celli al fenfo dell’odorato. 

2. De’ nervi Ottici, e degli organi dellinati al fenfo 
della villa. 

O ii 



3. De’ nervi Motori comuni degli occhi. 

4. De’nervi patetici. 

5. Degli organi per li quali diramanli negli uccelli' f 
nervi Quadrigemdli. 

6 . De’nervi Oftalmici. 

7. De’nervi Olfattori minori. 

8. De’nervi mafcellari Jupertorl. 

' ' ' ' cf.- De’; nervi mafcèll'ari inferiori. 

io. Degli organi pét li quali fi diramano negli uccelli 
ì nervi Auditori. 

xi. De’nervi Auditor}. 

12. De’nervi piccioli fimpaticì. 

'13. De’nervi fimpatici mzxtmi, o 'vaghi. 

14. De’nervi Palatini. 

xy. De’nervi IpogloJJì , o Linguali , o Gufiatorj . 

' 1 i<5. De’nervi Gloffo-faringéi. 

17. De’ nervi Sottoccipitali. 

In quella ferie ftupirete, o Signore , di non trovar men¬ 
zionato nè il nervo grande fimpdticoo intercoflalc, nè l’ac- 
cejfotio del Willis: celierà peraltro la maraviglia voftra fov^ 
venendovi del proponimento fatto’da me, é tenuto ialdiUimSJ! 
di non efporre full’ altrui parola cofe da me non vedute, è 
non tornate più volte a rivedere. Non ho mai faputo dittine 
guere nell’encefalo degli uccelli dalle altre parti i nervi ini 
tereoftale, ed "accejforio fuddetti, ed ecco il motivò del" mio 
filenzio rapportò à’medélimi inquanto all’origine loro, e alle 
relazioni che hanno coll’encefalo , febben nella fofjd pituitaria 
abbia veduto più e più volte 1 ’ intercoflale. 

CAPITOLO I. 

' De’Nervi Olfattori , e degli organi defiìnati negli uccelli “ *■ 
al fenfò dell’ odorato. 

L’ origine de’ veri nervi olfattori nelle Oche, e nelle 
Anitre fembra al primo fguardo molto confufa, e indiftinta : 
in fatti la foftanza loro quali mucofà è ,d’ un rofligno fudic- 
ciq, e folco j pòco diverfa da quella, che forma 1’ eftrémità 
anteriore degli emisferi del loro cervello. Non dee dunqìié 



sull’ encefalo degli UCCÈLLI .109 

recar maraviglia, che il Willis, e VAlfero-ffii quelli uccelli 
facendo le oifervazioni ,* abbiano fuppofto, che i veri nervi 
olfattorj fieno un prolungamento, anzi la punta flefia degli 
emisferi. 

IL II ’Willis ne dà la defcrizione con i termini feguen- 
■ti. „ Gli uccelli (a) ( fecondo quello, che parecchi aflerif- 
cono ) hanno ugualmente i proceffi mammillari , che 1 ’ojfo 
-» crivellato : perciocché gli allungamenti anteriori del cervel- 
» 1° affottigliatifi al fommo, e involti nella-dura m.adre 
ftendendofi-fin quali alla metà del roftro, s’inferirono nell’ 
tal oflo triangolare , nel quale oflervafi un doppio fieno di- 
„ ftinto per mezzo d’un fottile tramezzo. Gli accennati ab- 
a lungamenti penetrati ne’feni dell’olio mentovato, fìnifcono 
„ in vefciche piene d’ acqua limpida, limili affatto agli al- 
« lungamenti mammillari d’acqua limpida pieni offervàtili ne’ 
» vitelli. 

- „ In quefta'foggia gli uccelli del pari che l’uomo, e ì 
.«..quadrupedi,..fono, forniti, d’un diftinto e fpecial organo dell’ 
„ odorato chè è precifamehte il doppio allungamento marn¬ 
ar miliare. * 

„ I nervi olfattorj negli uccelli , e ne’ pefci trovanti 
■ir moltofcofpicui,) porto che amendue qùéfte - fpecie d’anima- 
s, li , ugualmente che i quadrupedi, fòelgono e fi procac¬ 
ciano l’opportuno pafcolo per via dell’odorato. * ‘ 

III. Alberto Alierò nell’Opufcolo da me cementato ave- 
,ifa fcritto da principio „ Quelle due porzioni del cerebro 
«ovali, e convelle, che fi nominano emisferi, s’ efiendono 
„ in avanti a guifa di coni, ed hanno per lo termine loro 


sr- 


cui duplex finus, tenui jeptodnfèrr bulum fuu . 

mi *tj*»**f prò- dijud; cantque 


homo , & quadrupedes peculiari olfaSlus 
organo, gemino Jfilicet procejfu mammil¬ 
lari inflruuntur . Cereb . Jtnat • cap. V. 

Nervi olfacìorii in avi bus , item in 
pifeibus fatis confpicui babentur , 


cejjus intra pr cedi eli ojjìs finus delatic „ 
nunt in ve fica» aquà lìmpìdà plenas 
qua piane referunt procejfus mammillares 
W' vitulo aquà limpìdà tumidos .... 

M hitne modum volucrea pariter ac 


* alfa 


quadrupedes pa • 
Ifaiorius virus. Opera 



„ anteriore il procedo mammillare , che è il vero nervo olfat¬ 
torio. „ _ 

Nel progreffo poi del medefimo opufcolo ci dà notizia, 
che „ i procejjì mammillari limili a’nervi fi continuano nella 
„ membrana pituitaria delle narici, non già diramandoli per 
„ quella a foggia di ramificazioni nervofe, ma confufamente 
„ fpargendovifi, e mantenendoli roffigni, corticali, e polpoll 
,, s’ inlinuano nel cornetto pofterior fuperiore delle narici, 
„ che è più. femplice, e meno cartilaginofo, 1’ Oca avendo 
„ un altro cornetto anteriore più grande, fpirale quali come 
„ una chiòcciola, cavo, il quale per mezzo di due lunghe 
„ code fi ftende alquanto ali’indietro. ** 

IV. Le mie ripetute offervazioni però mi hanno dimo- 
flrato, che quantunque i veri nervi olfattori delle Oche, e 
delle Anitre a chi fuperficialmente gli guarda, fembrino al¬ 
lungamenti della foftanza corticale degli emisferi del cervello, 
perchè non fanno rifalto veruno alla faccia inferiore della 
punta di quelli ; tuttavia facendovelo in alto, e quali inguai- 
nando la punta medefima degli emisferi, o jobi anteriori, non 
vi fi attaccano si ftrettamente col mezzo della pia-madre, che 
non vi lafcìno un folco, del quale fin nelle vipere ( 1’ ence- 
falotomia delle quali daremo a fuo tempo con quella di mol¬ 
ti fcrpenti ) e in altri rettili fi trovano traccie inconteftabili 
nel lito accennato — 

V. Inoltrandoli all’ innanzi diventano quali rotondi i 
nervi, di cui favelliamo, per cacciarli mucofi, avvolti nella 
pia non meno, che nella dura-meninge, in quell’ ampio ca-r 
naie offofo bifido, che abbiamo defcritto net Cap. II. Artic. 
I- § I-2-J- 4- de! Tratt. II. di quella Operetta (a). 

VI. Quivi in alcune Oche vecchie gli ho veduti compofli 
di lunghi fili paralleli di midollare affai fofca, difpofti intor¬ 
no ad un affé di foftanza cinerizia tenera, e mucofa , ogni 
filo midollare eflèndo immerfo, ed incollato in quel cilin¬ 
dretto cinerizio di maniera che amendue i nervi erano come 
ftriati longitudinalmente per alternanti Arie biancaftre , e 




sull’ encefalo begli uccelli. m 

cinerizie molto eleganti, fervendovi la cinerizia folcata di 
nicchio, e di foftegno a’fili midollari. 

VII. Eflèndo convergenti fui principio fi fcoftano ben 
pretto per andar a feconda dell’obbliquità, che tanto il tra¬ 
mezzo delle orbite, quanto quello delle fuperiori caverne na- 
fali hanno all’infuori. 

Vili. I capezzoli , o fia le papille olfattorie ( fé a’nervi 
olfattori degli uccelli non apparteneflero pure le papille mi¬ 
dollari ( a ), il che allontanerebbe l’inconveniente derivante 
dal ripeterne il nome ) delle quali favelliamo, non fono 
ugualmente grotte, nè apparenti in tutti gli uccelli, porte 
eziandio uguali tutte le altre cofe. Il Nibbio dopo 1’ Oca, 
e l’Anitra, 1’ Avoltojo, il Gallo d’ India, il Barbagianni, 
lo Sparviere, il Corvo, l’Upupa, la Crivella, la Beccaccia, 
la Gazza fparviera, e lo Smeriglio tra gli uccelli fiati fin’ora 
efaminatì da me, le hanno più. grotte degli altri in propor¬ 
zione fucceflìvamente minore fecondo l’ordine, che ho tenu¬ 
to nel mentovarli , avuto TÌguardo alle proporzioni delle 
parti rimanenti del corpo loro. 

IX. Minori ( ferbate le flette proporzioni ) ma pure con- 
fiderabili fi fcorgono nelle Galline , nelle Pernici, ne’Merli, 
negli Storni, ne’Colombi, nelle Tortorélle , ne’Tordi, nelle 
Gazze , ne’ Picchi, nelle Meropi, ne' Garruli azzurri, e nel 
Reattino. 

X. Gli altri uccelli dì cranio minore, come fono i Paf- 
feri noftrali di muro, e poi di falcio, gli Uflignuoli, i Frin¬ 
guelli, i Frofoni, i Cardellini, i Canarini, i 'Capineri, le 
Allodole , indi le Rondini le hanno di rado molto vifibili, 
comunque fi efaminìno e crudi, e cotti. 

XI. In due Papagai li (b) ho trovati ben dittimi, e 
grotti, e cilindrici i N. olfattori contenuti in due ampliflìme 
fotte, le quali erano sfondate ; e i nervi diretti verfo le ca¬ 
verne nafali penetravano nelle caverne nafali per due fori 
tondi comunicanti eziandio colle orbite: il diametro di que¬ 
lli fori fuperava la linea. 


(a) Trite III. Cap. VII. S fj 
( b ; Pfyttacut Bracbjmrus . Unti 


7. Mem. Sdc. fiil. Voi. III. pa$. 




Hi E S P O S I Z I O N E 

XII. Nervi così groffi erano detonati per caverne nafali 
capaci appena d’un cece mediocre, tutto che fgombre le avel¬ 
li delle cellule, e della membrana pituitaria, che vi era mol¬ 
to fpeffa. 

XIII. Nel centro de’ capezzoli olfattori parve anche a 
me , com’ è fembrato per avventura al Willis , di ravvilare 
in que’ Papagalli, e nelle Oche , uno ftigma, quali che vi 
fia un voto limile a quello, che realmente li offerva ne’N: 
olfatt. della maggior parte de’quadrupedi . 'Io però non Io 
ancora pienamente perfuadermi che quefto non polla effere 
una illufione prodotta dalla cinerizia Tempre più folca e piìi 
diafana nel centro, attorniata alla circonferenza dal candore 
de’ filamenti midollari. 

XIV. Dopo che la follanza de’Nervi olfatt. delle Oche 
ha percorfo negli imbuti membranofi della D. madre (a) uno 
fpazio notabile, quella membrana fi affottiglia tanto, che vi 
fi confonde con la membrana pituitaria onde fono tappezzati 
i cornetti cartilaginofi , come vi fi difperde pur anco ìnfenu¬ 
bilmente la mollilfima polpa de’ nervi medefimi. 

XV. Ma lìami permeilo d’efporre quello ,,che mi palla 
attualmente fotto gli occhi nell’encefalo d’un Frófone e d’un 
Tordo, acciocché fi abbia meno confufa idea di quanto s’ap¬ 
partiene all’origine, e al corfo de’nervi olfatt. negli uccelli 
di minore groffezza. In amendue quelli animali hanno qual¬ 
che cofa di più confiftente, che nell’ Oca, e nell’Anitra, e 
vi fi diftingue affai più la follanza midollare non folo al di 
fotto degli emisferi anteriormente a’ corpi ftriati, ma nello 
Hello corpo loro , e ve la offervo difpolla nella maniera fé-, 
guente. 

XVI. Tutta la midollare appartenente alla bafe del cer¬ 
vello, che unifce gli emisferi, e quelli con i corpi ftriati, 
forma, un po po al di dietro della commeffura anteriore, 
una malia confufa: e fe li follevano gli emisferi medefimi la¬ 
rdando i N. ottici in fito quali per rovefciar gli emisferi in 
dietro, fi fcuoprono due archi argentini colle corna rivolte 
indietro. 

v .■■ ' XVII. 


U) I. cit. S ij. Mem. ibid. pag. agi. ecc. 



SOLt’ ENCEFALO degli UCCELLI. ì 13 

XVII. Dalla conveflità di quelli archi s’ avanzano due 
fafcetti pur midollari, i quali fi vengono accoftando' 1’ uno 
ali altro verfó il centro della vióinà unióne' de’ N. ottici, do¬ 
ve ìntimamente fi congiifr.gono ancor elfi qu e’fafcetti per dar 
Orìgine a du e'iijvhe argentine piti brevi,' che falgoho a foggia 
di < verfo la cómrrreffura anterióre, mentre che la mafia dì 
tutte le fibre midollari rimanente fi porta orizzontalmente 
in avanti con rifalto fuperficialifiiriio fottò alla fàccia inferio¬ 
re degli -emisferi verfo la punti lóro-, finché imbocca 1’ an- 
gulio bipartito canale,'che fcóVrè diinglréiro il margine fupe- 
riore del tramezzo delle occhiàie-, donde Viene a sboccare 
nelle diftinte caverne delle narici, nelle quali fenza che ve 
ne apparifca efpanfiòne vifibile;bianca, rie fflo ; midoìla'ré , tut¬ 
to il N. olfattòrio ridottoli a fòggia di inucófa ' pellucidi 
gelatina, infenfibilmente fi perde e fcompare. 

XVIII. Trovo , o Signóre,' ne’miei zibaldóni lotto li 8 
d’ ottobre del 1773, che facendo io in Saluzzo la notomia 
del Profone , oflervava, che alla bafe del cervello in quello 
fpazio , eh’è immediatamente a tergo, e fòpra de’N. ottici , 
apparifeono quattro flrìfcie midollari difpofie nella, preferite 
forma * -, e che le due Jlrifcie a a difendevano dalle eftre- 
mità laterali della commefiura anteriore, onde uniteli nel 
■centro B della, ftefia bafe, fi allargavano come in c per for¬ 
mare i N. olfattori. 

XIX. Ivi pure, Torto Ti 14 dello flefifo mefe , defefiven- 
do lecofè olfervate nell’encefalo d’un Reattino, leggo : Da.* 
„ lati della bafe de’ corpi cinerizi detti dalP 'Alierò fìntati fi 
,, piegano verfo il centro dell’unione loro anteriormente all’ 
„ imbuto due lifebe midollari , che vi fi cohgiungono ad an- 
„ golo acutifiimo: la picciolezza, e la foni ma tenerezza di 
„ quelle parti del Reattino mi nafeofero l’origino di tali lìf 
„ che in alto; ma dhTintamente li vede,'che dalla parte an- 
„ tenore- della loro unione fi allungano due fatue,eie midol- 
,, lari compofte Vi’ alcuni fili paralleli , che oltrépàflaho in 
„ lunghezza la punta degli .emisferi, 'llefii, e li : cacciano pro- 
„ fondamente negli imbuti e rnembra.nofi, e oflofi dell’ellre- 
„ mità anteriore della cavità del cranio, il che non lafcia 
, ,, piti dubbio voriiho‘intoino- aireifère quelle, fettuccie, e la 
,, tenera cinerizia fu cui fono appoggiate, i veri N. olfattori. 

Tomo VI. P 




u 4 Esposizione 

XX. Non è dunque la punta propriamente detta degl* 
emisferi, che forma i N. olfat. negli uccelli, com’è flato da 
pili celebri Ornitotomici fuppofto , ma vi fono lifcbe di fo- 
ftanza midollare deftinate a formar quello paro, le quali prò* 
cedono tanto da’ corpi jtrìcfti , quanto dalla cpmmefl'ura ante¬ 
riore del III. ventricolo, e fottenute da foftanza cinerizi* 
vengono ad inguainar le punte fuddette degli emisferi, e di- 
risono il c°rfo loro per gl’ imbuti olfattori verfo le caverne 
fuperiori delle narici per fervir ivi al fenfo dell’odorato. 

r XXI. Non debbe però quefto fenfo nella maggior parte 
degli uccelli efler tanto vivace quanto pe’ quadrupedi, fe 2 
ha riguardo alla ftrutmra, e all’eftenlìone degli organi, che 
gli fono deftinati, che che lì dica fu quello particolare degli 
Avoltoj da Plinio (a), e delle Cornacchie dal volgo, nell? 
quali ho fempre trovato i N. olfat. affai piu piccoli ( ferbate 
le proporzioni ) e meno efteti, che negli uomini, non che 
ne’più piccioli quadrupedi. 

XXII. E' però degna d’offervazione appunto negli Avol~ 
toj l’ampiezza, e le fcambievoli comunicazioni, e gli an¬ 
fratti elegantiflimj delle caverne del nafo, che tengono a tut¬ 
to il capo le feguenti proporzioni. 

Lunghezza della tetta dal foro occipitale alla punta acu- 
tiflima del rottro poh. 6 . °. ». 

Larghezza alle articolazioni delle mafcelle 3. o. 9« 

Altezza tra ’l margine pofteriore del pa¬ 
lato e la fommità della fronte 1. 6 . 0. 

Efteniìon de’ due fori olfattori prefi in¬ 
ficine nella cavità del cranio o. 2. 0. 

Diametro verticale de’ medefimi o. 1. ». 

Divergenza degli fteflì nervi nella parte 
anterior delle occhiaie, dove traforan le offa 
per infinuarfi nelle narici, dopo d’eflère com¬ 
parii nelle prime o. 6 . 0. 

Lunghezza del folco del tramezzo delle 
occhiaie, in cui fcorrono per arrivare a’ fori 





sull’ encefalo degli uccelli . 
obbliqui, irregolari, che li guidano nelle na- 

Diftanza di quelli fori dal margine pofte- 
riore Superiore dell’ apertura edema delle na¬ 
rici, in gran parte coperta da lunghe fetole 
•foltiffime 

Lunghezza di detta apertura quali ovale , 
-coll’edremità piu ottufa innanzi 
Queda maggior altezza loro 
Aperture interne al palato, lunghe 
Larghe nel mezzo della lunghezza 
Trifide in avanti per via delle offa tur¬ 
binate, le quali verfo il palato fono convefie 
in faccia al Domerò, concave allo ’nfuori, in 
alto all’ incontrario, trifide, dilli, pel tratto 


Altra loro apertura laterale i. o. o. 

E quafi triangolare , coperta dagl’integu¬ 
menti , limitata dal margine inferior ederno, 
dbbliquo dall’alto in ballo, e innanzi pel trat¬ 
to di ò. io. o. 

dal margine anterior delle occhiaje concavo al 
davanti, pel tratto verticale di o. 8. o. 

dal margine fuperior della bafe della mafcella 
fuperiore, pel tratto orizzontale di I. o. o. 

Queda apertura corrifponde a tutta l’edenfione longitu¬ 
dinale degli odi turbinati. Comunicano le narici interne dell’ 
Avoltojo colle occhiaje, prefcindendo dal foro già indicato, 
per due aperture, delle quali la fuperiore dalla volta, ov’è 
arcata, e larga o. 4. 0. 

dendefi in bado per lo tratto di o. 6 . o. 

formando un angolo acutidìmo. L’inferiore di- 
vifa dalla precedente per via di un idmo of- 
fofo alto o. 2. o. 

è larga °- IO - 

alta 6 . o. 

Prolungali queda fulla volta medefima del palato fino all’an¬ 
golo anteriore delle due aperture laterali poderiori ederne, 
e di là comunica con l’intima cavità del roftro, che nell’ 


in 6 Esposizione 

Avoltojo da me attualmente efaminato è alto i. o. o. 

fenza comprendervi . 8. o. 

di punta adunca incurvata m ballo, le indietro s e nel lìto, 
indicato è largo i- o. o. 

Il foro di tal comunicazione è obbljquo in avanti, e in den¬ 
tro ha di diametro a. o. 

Il tramezzo delle narici è traforato i.° dirimpetto alle na¬ 
rici efterne per due fori : uno anteriore, quali -rotondo che 
ha una linea di diametro : un altro quadrilungo , Amato pili 
in alto , e indietro, fungo o. j. o'J 

alto o. i. 6 . 

A tergo, corrifpondentemente al margine anteriore delle oc¬ 
chiaie, manca verticalmente il tramezzo, in guifa che ( pre- 
fcindendo dal vomere ivi fottiliffimo, e alto appena o. i. o. 
e dalle offa della volta del palato ) la cavità delira del nafo 
comunica liberamente con la ìiniltra per una apertura irre- 
golariffima, nel centro non larga menò di o. 4. .0. 

Il tramezzo poi delle orbite, e delle narici a tergo , è tut¬ 
to voto, cavernofo, e comunica in alto per via dello fpu- 
gnoliffimo offo. frontale, ( ne’di. cui feni ftendeli par anco la 
membrana [Pituitaria doviziolìliìma di nervicelli derivanti dal 
paro olfattorio maggiore, e dall’ olfattorio minore ) comunica, 
dlffi'J colle finuolìtà delle altre olla anteriori dèi crànio. , 
XXIII. Da quella breve definizione, o Sig-nore, verrete 
probabilmente invitato a conghietturar meco, non effere per 
avventura da valutarli • fempre piti la groffezza del tronco, 
perciò che concerne i nervi,, che. la multiplicità delle dira¬ 
mazioni, delle diftribuzioni d’un. tronco, ancorché piceitHH 
allotchè'trattali, dellajsquifitezza della fe.nfa.zi.one, alla quale 
ferve il-medelìmo nervo: ed effere tanto men da tacciarli 
d’inefattezza Plinio per aver,attribuito all’Avoltojo nell’or¬ 
gano dell’odorato squifitezza maggiore, che all’uomo, ben¬ 
ché tanto gli Anatomici della Reai, Accademia delle Scienze 
di Parigi (a), quanto io, ne abbiamo trovato in proporzio¬ 
ne .affai picciolo il par de’ nervi olfattori • Nè perchè il Bufi 
fon . nella.Storia naturale degli uccelli abbia ferino, che,, v’ha 


(«) Hifitire iti f utcaiivnic R. ics ! dente s-, Par, 


ns lem. fi 


SULL’ ENCEFALO : BEGLI . UCCELLI . ;% f „ 

» un gran numero di quelli privi di narici, vale? a dire pri- 
„ vi di condotti aperti al di fopra del becco di maniera, che 
os non poffon ricevere gli odori falvo per la feflura interio- 
„ re, che è nella bocca „ (a) ; nè perchè leggali nel citato 
Voi. della Storia dell’Accademia fuddetta .che. „ alcune volte 
„ mancano affatto le aperture Citeriori delle narici in alcuni 
uccelli, come in qualche Balene, ne’ Cormorani , negli Ona- 
„ crotali ,, (è) dobbiamo conghietturare, che quelto fenfo 
alla volatile pennuta claffe degli animali fia meno effenziale 
e. neceffario, quali che l'acutiffima villa, di cui è provvedu¬ 
ta, di leggieri foffe per fupplirvi, allorché fi trattaffe di di- 
itinguere foltanto il proprio cibo, e di fare differenza dal 
fano al mjcivo, e non fi aveffe riguardo veruno al piacere., 
che trar poffono dagli odori dilettevoli. 

XXIV. Aggiungali poi l’ajuto, che porge a’volatili pen¬ 
nuti, per la squifitezza di quello fenfo, il nervo olfattorio 
minore derivante dalla medeiima .parte del. cervello, dalla 
.quale derivano , gli oftalmici, i Mafcellari fuperiori, ed infe¬ 
riori, e diramameli nelle llelle narici interne, e nelle caver¬ 
ne tappezzate dalla, membrana, pituitaria ; e ci tornerà in ac¬ 
concio di lodar la diligenza del Willifo, e la fenfata avve¬ 
dutezza, colla quale fenile (c) „ mentre che dal quinto paro 
„ de’nervi un ramo infigne per cadaun lato, percorrendo in 
,, avanti le occhiaie, s’infinua nella cavità delle narici, una 
„ branca spiccandoli dal tronco accennato fi diltribuifce per 
„ gli orifizi medefimi delle narici ellerne. Frattanto amendue 






n8 Esposizione 

„ i tronchi maggiori girando attorno all’orto crivellato , vi- 
,, cendevolmente fi accollano, e congiungonfi : ma torto fe- 
„ parandoli di nuovo, e fcorrendo fino alla punta del roltro 
„ per la volta dei palato fi diramano. Ecco la maniera in 
„ cui gli uccelli del pari che gli uomini , e i quadrupedi, 
,, fon provveduti d’ un particolar organo dell'odorato, che 
„ e appunto il doppio- procedo mammillare ; ed oltracciò 
„ hanno nelle cavità delle narici nervi derivanti dal quinto 
„ paro, che a’ predetti fi aggiungono. Quindi la maravi- 
„ gliofa affinità del gufto, e dell’ odorato in quelli animali 
„ così ftretta, e la iìmpatica azion loro, per via della co- 
„ municazion de’ rami da’ medesimi procedenti, con altre 
» Parti. ,-, 

XXV. Noi di quello nervo olfattorio minore flato accen¬ 
nato anche dall 'Alierò, tratteremo a fuo luogo, e allora pu¬ 
re diremo quel di più, che concerne gli organi dell’odorato 
nelle Oche, e nelle Anitre, giacché non polliamo difgiun- 
gerlo dalla defcrizione anatomica della martella fuperiore len¬ 
za generar confulione ed ofcurità. Intanto fe capiterannoci 
alle mani alcuni di quegli uccelli, che leggiamo efièr privi 
delle aperture efterne delle narici, ce ne varremo per aflicu- 
tarci fe veramente manchino affatto, o fieno forniti delle 
aperture interne , le quali in tal: cafo efamiueremo fe debbano 
eonfiderarfi unicamente come canali atti a favorir lo fedo 
di qualche mucoiìtà neceflaria nelle fauci, piuttofto che come 
utili per lo fenfo dell’odorato, qualora in quello abbia qual¬ 
che pefo l’analogia. 

XXVI. Perciocché fu dimoftrato già più volte da me 
che negli uomini il fenfo dell’ odorato non fi eccita falvo 
dall’ urto delle molecule odorofe contro le nervee papille 
della membrana pituitaria portate nelle caverne nafali dall’ 
aria odorifera che vi parta con qualche impeto. Ed eccovene 
la prova. Qualfivoglia numero d’uomini tenga le proprie na¬ 
rici ohiufe in una camera dove fi accenda zolfo, o polvere 
da fchioppo , é refpiri per la bocca ; proverà un fenfo più o 
meno grave di foffocazione, gli pioveranno lagrime dagli 
òcchi al fumo di quelle o d’ altre fortanze grave-olizzanti 
accefe, ma non diftinguerà 1’ odor né dello zolfo, nè della 
polvere, nè di quelle altre fortanze, che s’ abbruciano'. Ab- 


Sull’encefalo degli uccelli. kig 

bandoni le narici erterne, e refpiri a quel fumo foltanto con 
la bocca, tenendo chiufe le narici interne per mezzo delta 
elevazione dell’ ugola, e de’ veli del palato, e proverà lo ftef- 
fo effetto-refpirando gli aliti , che dalle fetide foftanze, op- 
pur ; odorofe, li elevano, e non diftingueranne la diverfità , 
le non avrà refpirato per le narici efteriori ; cioè , fe gii aliti 
odorofi non faranno flati portati con la debita Forza contro 
le papille nervee della membrana pituitaria, dall’ aria, che 
paflando per le caverne del nafo iì fa ftrada per effe, e per 
le narici interne verfo la trachea, e i pulmoni. 

XXVII. Nè terminerò il mio tdifcorfo intorno a quelli 
organi, e nervi, fenza accennarvi, o Signore, che fe un in¬ 
dizio della perfezion del fenfo dell’odorato negli animali in 
generale li trae dall’ efler le lamine, le anfrattuofità delle 
caverne natali più numerofe, più .lunghe , più .elegantemente 
fraftagliate., rinvoltate, .ammaliate, quali .che per mezzo di 
tale più comporta, più complicata.conformazione, ivi lì con¬ 
tenga un maggior numero di filamenti, di papille nervee ; e 
meglio fi ritengano, -s’inceppino, fi applichino contro le det¬ 
te papille, i detti nervei ffpandimeuti , gli effluvii, le odorofe 
particelle de’corpi, in que’giri, ed avvolgimenti delle caver- 
ne fteffe : certamente molto più fquilito farà l’odorato degli 
Avoltoj , delle Aquile., .de’Nibbi, .e de’Barbagianni ( Io fpu- 
gnofo -cartilagineo organo particolar de’ quali deftinato all’ 
odorato defcriveraffi altrove ) molto più.fquilito, diceva, nel¬ 
le Anitre, e nelle Oche farà, di quello che fia ne’ Papagalli, 
e in altri volatili di tale fpecie, ne’ quali tutte le caverne 
nafali confiflono in poco più d’ una doppia cavità rotonda 
larga quanto un picciolo pifello, ripiena di fpeffo moccio ad- 
denfato, e d’una tenue non anfrattuofa membrana .